32. Dicembre 2021

UN MOSCHETTIERE IN GONNELLA
Fan Fiction 'The Muasketeers' inedito di E.L.B.
Genere Storico AU/Raiting VERDE

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0.2 - DUELLANTI (PARTE PRIMA) -

Erano quasi le tre del pomeriggio e presto avrebbe fatto buio e lei doveva agire in fretta. La guarnigione l'avrebbe conquistata da cima a fondo, moschettieri compresi.
-Questo è ciò che voglio davvero. Essere libera ed in grado di badare a me.- Disse con fervore Liala, ma anche con una piccola nota di tristezza che stonava su quel viso da bambina.
Liala ... Anzi, Juliette sarebbe diventata un moschettiere.
Quando finalmente si trovò lì, a due passi dalla guarnigione, non credeva ai suoi occhi. Il momento che aspettava da tutta una vita ed ora non le sembrava vero. Il cuore le scoppiava di gioia e mille sogni pindalici di gloria ed onore si erano materializzati nella sua mente. Tuttavia in viso essa portava un'espressione seria e decisa, mentre avanzava a passo fiero oltre il grande portone della guarnigione.
Finalmente era dentro e se non si fosse mantenuta lucida sarebbe crollata al suolo per l'immensità delle emozioni che Liala sentiva in quel momento.
"Ora devo pensare al mio obbiettivo. Basta smancerie mentali!" Pensò imponendo alla sua mente il rigido contegno del proprio corpo.
Alla sua entrata molti la fissarono ed alcuni smisero ciò che facevano attratti da quella nuova figura.
"Di sicuro il mio abbigliamento ha fatto il suo dovere. Ci ho messo tre mesi per crearlo ed altrettanti precedentemente per capire come realizzarlo." Si disse alzando un lembo di un sorriso da una parte facendo apparire un graziosa, ma accattivante, fossetta.
Il tintinnio della spada che portava toccava gli stivali da moschettiere che aveva. Liala era completamente vestita di nero, ma l'abito era quello tipico dei moschettieri, solo aggraziato alla figura femminile. Tuttavia era anche meno coprente.
Liala portava una specie di Jilet sopra ad una camicia nera aderente, sbottonata quel tanto da far viaggiare qualunque uomo con la fantasia. Aveva poi un pantalone attillato nero che finiva dentro agli stivali rigorosamente neri e sopra al pantalone portava un gonnellino che era, alla fin fine, il proseguo del jilet. Infine portava il classico cappello da moschettiere, anch'esso nero e con una piuma di pavone da un lato.
Di certo non si poteva dire che non era appariscente, benché vestita di nero.
Liala si fermò al centro del piazzale ed incrociò le braccia al seno guardandosi intorno. Sembrava essere calato un silenzio tombale. Poi decise di prendere la parola.
-Avrei grande piacere di conoscere il migliore di voi.- Disse con tono chiaro e pacato, portandosi di qualche passo avanti con le braccia ora posate ai fianchi.
All'unisono tutti i presenti voltarono i visi in un'unica direzione che la giovane seguì con lo sguardo.
Gli occhi di tutti, compresi di lei, si posarono in direzione di un gruppetto di moschettieri seduti. A loro volta, tre di quel gruppetto, si voltarono verso un quarto uomo seduto con loro.
-Mi sento osservato e la cosa non mi piace.- Disse da sotto al cappello colui a cui erano fissi gli sguardi.
-Cosa volete da costui?- Chiese Aramis, uno dei moschettieri che gli era di fianco.
-Ci penso io.- Rispose il moschettiere sentendosi chiamato in causa. -Cosa desiderate da un umile moschettiere, madame?- chiese l'uomo che sembrava studiare a fondo la giovane. Gli era familiare, ma non sapeva il perché.
Liala lo osservò attentamente, mentre questi si avvicinava.
Si trattava di un uomo, forse sulla trentina, ma il suo sguardo fiero, ma anche silenzioso le fece capire che era colui che cercava: il migliore di loro.
Una corporatura ben proporzionata ed un fisico attemprato alla battaglia, gli occhi di un azzurro cupo, almeno visti con l'ombra del cappello che portava. I capelli sembravano corvini o comunque di un castano molto scuro. Il viso si vedeva che era segnato da qualche tormento del suo passato, forse non attinente alle battaglie.
Un viso che le sembrava familiare, ma nella sua mente non vi era alcun nome da associare ad un uomo con un simile fascino.
-Vorrei una dimostrazione. Ovviamente non voglio nessuna ferita per entrambi. Il viso ... A me serve particolarmente.- Disse Liala sfoggiando il più sensuale dei suoi sguardi mischiato al più accattivante dei sorrisi. In quel momento aveva un non so che si perverso.
-Immagino ...- Rispose freddo il moschettiere dagli occhi azzurri, mentre pian piano intorno a loro si alzavano delle risate.
-Beh ... Non siamo soliti dare spettacoli per i capricci delle dame.- Continuò alzando il cappello in segno di saluto. -Madame.-
Il moschettiere fu raggiunto dai suoi compagni e tra loro vi erano Porthos sul cui viso risaltava una cicatrice all'occhio sinistro e portava una divisa decorata con quelle che sembravano placche di ferro difensive e dietro di lui vi era D'Artagnan che portava invece una divisa molto sciatta.
-Mi spiace Madame. Niente dimostrazioni oggi.- Affermò Porthos per dare man forte al compagno che con uno sguardo aveva messo a tacere le risa.
La ragazza poggiò la mano sulla spada che aveva al fianco destro e l'altra sul fianco sinistro. Manco Dio poteva sapere quali fossero i pensieri che lei in realtà serbava in sé. Uno fra tutti quello che non riusciva a staccare gli occhi da quelli splendidi occhi azzurri e poi era indispettita per come l'avevano trattata. Doveva essere impassibile e cruda se voleva essere presa sul serio.
Poi Liala fece un mezzo inchino col capo, in segno di riverenza.
-Tuttavia perdonatemi. Non sono solita seguire la prassi burocratica delle presentazioni. Il mio nome è Juliette ed ho il piacere di parlare con ...?- Rispose richiamando l'attenzione del moschetti dagli occhi azzurri.
Quegli occhi le dicevano tutto di lui, ma non conosceva la lingua con cui comunicavano.
-Athos.- Rispose freddo, anche troppo forse, ma proprio non capiva l'atteggiamento di quella donna.
Si sentiva preso in giro e quasi gli venne in mente che forse quella donna fosse stata mandata per infangare il nome dei moschettieri.
-La prego di comprendere che non è moralmente fattibile che io mi batta, anche solo per dimostrazione, con una donna.- Disse cercando di essere il più educato e comprensivo possibile.
Intorno a loro era salito un certo ronzio di voci, persino Porthos, Aramis e D'Artagnan sembravano intenti a discutere della situazione.
Per come la vedeva Liala, a movenze e parole sembrava più lei uomo che chi la circondava che più che moschettieri parevano dame spettegolone di una corte poco raccomandabile.
-Non potete ignorare la mi richiesta, messer Athos.- Incalzò decisa Liala.
Quel nome ... Athos ... Non le riportava nessun volto visto in passato. Eppure qualcosa di quell'uomo le ricordava qualcuno. Forse quella cicatrice che egli aveva al labbro superiore che, doveva ammetterlo, gli donava ancora più fascino.
"Forse sarà più dura di quanto credessi. Forse dovrei cambiare strategia." Pensò Liala.
il moschettiere alzò gli occhi al cielo e senza rispondere la superò per allontanarsi.
"Oppure attacco direttamente. Dovrà almeno difendersi, no?" Si disse piena d'ira. Fra l'altro quel vociare inizava a risuonarle nella mente come mortelli. Ma anche stavolta nulla trapelò dal suo viso.
Athos si chiamava e nessuno l'aveva mai ignorata bellamente come aveva fatto lui.
-Non prendetemi sotto gamba Athos. Il mio non è un capriccio. Non vi conviene rifiutare la mia richiesta.-
Liala si piazzo davanti al moschettiere con tutta la determinazione che possedeva. Non vi era nessuna espressione di beffa o sfida. Era decisa ad ottenere ciò che voleva.
"Ho la vaga impressione che questa qui porterà solo guai." Pensò Athos alzando un sopracciglio dinanzi a tanta caparbietà.
-Madame, per favore. Qualunque sia il motivo che vi spinge a tanta ostinazione, mettetelo da parte. Questo non è posto per una donna, di qualunque rango essa sia.-
Athos cercava con tutto se stesso di stare calmo e di mantenere un tono, anche se distaccato, abbastanza cordiale.
-Oh andiamo!- Disse Liala lasciando trapelare il suo nervosismo. -Se venivo a nome delle guardie rosse mi avreste già puntato le armi contro.-
-Magari se andate da loro vi accontenteranno di sicuro.- Interruppe Porthos con un tono di disprezzo.
-Al dire il vero preferisco battermi con moschettieri leali e simpatici che con con gente sleale come il Cardinale ed i suoi.- Incalzò la giovane rispondendo a tono. -La gente di chiesa non mi è mai piaciuta. Nascondere i propri omicidi e abusi dietro un Dio non è una cosa che gradisco molto.- Aggiunse quasi con tono disgustato.
Ed era vero. Liala non gradiva quella parte di mondo che affiancava il re e se pensava che per poco, anni or sono, non era stata quasi costretta a dire chi fosse davvero a Richelieu le venivano i brividi.
Le risposte di Liala fecero tacere tutti che rimasero stupiti.
-Per favore Athos.- Disse avvicinando la mano al petto dell'uomo senza toccarlo. -Non c'è disonore nell'accontentarmi.-
Athos sbuffo seccato. -Non cambio idea Juliette.- Disse scandendo come un ordine ogni parola.
Il moschettiere le diede le spalle e si diresse verso le scale. Voleva restare da solo. Intanto Aramis, Porthos e D'Artagnan, dopo aver salutato con un cenno la giovane, seguirono Athos su per le scale.
Nel mentre alcuni uomini, forse arrivati da poco e più rozzi, iniziarono ad avvicinarsi a Liala con fare minaccioso.
"Forse so come movimentare la situazione." Pensò guardando i movimenti dei nuovi arrivati con un piccolo sorriso di sfida.
-A quanto pare a qualcuno interessa la mia proposta.- Disse la giovane richiamando le attenzioni del quartetto.
Erano un paio di loro, molto giovani. Di certo dovevano ancora diventare moschettieri, quindi onore e rispetto non facevano parte del loro vocabolario. Infatti erano in pochi quelli che avevano la carica ufficiale. Il più delle volte venivano cacciati per comportamenti scorretti.
-Se ti battiamo, dopo ci fai compagnia nelle camerate?- Disse uno di loro passandosi la lingua sulle labbra in maniera molto volgare.
Liala sorrise lievemente scuotendo il capo. Poi estrasse la spada e la portò contro chi l'aveva minacciata.
-C'è un motivo se ho chiesto del migliore di voi.- Affermò mentre quei due la caricavano.
Agilmente Liala li aggirò con eleganza e si abbassò per colpire entrambi dietro le caviglie facendoli cadere al suolo in preda al dolore.
Liala si alzò e fissò i due rantolare al suolo come femminucce.
-Non mi piace perdere tempio coi bambini.- Terminò la giovane posando la spada al suo posto. Le era bastato poco per vedersela con quei due. Era abituata a dare di spada ed era tutto merito del nonno.
-Ma certo ...- Sibillò Athos.
Ecco perché quella donna gli era familiare. La spada che aveva era la stessa che aveva visto in sogno. Ora di sicuro la giovane aveva tutte le attenzioni del moschettiere che in pochi passi la raggiunse.
-Ci avete ripensato messere?- Chiese sorridendo soddisfatta Liala.
-Per nulla madame.- Ribadì Athos.
Athos fece un cenno ad alcuni uomini di aiutare quei malcapitati e di sicuro appena avrebbe potuto avrebbe fatto rapporto al capitano.
Liala sembrò vivamente delusa dalla determinazione del moschettiere.
-Piuttosto ... Potrei avere il piacere di vedere meglio la vostra lama?- Chiese con garbo e con un lieve sorriso forzato.
Intanto i tre compagni ridiscesero per affiancare l'amico. A furia di andare a vanti e indietro avrebbero perso dei chili. Erano già degli allenamenti.
In effetti il riflesso fulvo spiecchiatasi sulla lama di Liala non era passato in osservato. Dopotutto il rosso spicca molto come colore.
-Solo se accettate di battervi.- Ripeté la giovane.
-Beh ... Non hai altra scelta Athos.- Disse Aramis ridendo a dando delle pacche sulla spalla di Athos per confortarlo.
"Questa proprio non molla!" Pensò Athos levandosi il cappello per passarsi poi una mano fra i capelli.
-È duello sia ...- Sentenziò vivamente rassegnato.
Finalmente Liala aveva ottenuto ciò che desiderava. Avrebbe combattuto contro il migliore del reggimento. L'adrenalina era così forte in lei che un sorriso si dipinse sul suo volto. Tuttavia sapeva che doveva essere cauta, molto cauta.
Athos lasciò il cappello nelle mani del moro che sorrideva divertito sotto i baffi. A Porthos tutta quella situazione incuriosiva e quella ragazza lo sorprendeva. Mai viste donne di quella tempra.
Con un movimento fluido il moschettiere estrasse la sua spada e la portò davanti a Liala. In verità era anche un movimento fatto di malavoglia.
Un brivido percosse la schiena di Liala ed un sorriso sadico solcò le sue labbra.
-Giusto per non esagerare. Vince chi disarma e porta la propria lama alla gola dell'avversario. Le va bene Athos?- Propose Liala estraendo nuovamente la sua spada portandola vicino a quella del moschettiere.
-Mi pare ovvio madame.- Rispose Athos.
Poi aggiunse Liala. -Se vinco mi farete da maestro. Intesi?- Concluse con serietà.
Athos alzò gli occhi al cielo. -Era questo che volevate?-
-Si messere.- Chiarì con nonchalance la donna.
-È chiederlo e basta, no?- Interferì Aramis.
-Sono plateale come persona.- Rispose indispettita la donna.
-Ma non mi dire.- Sussurrò appena Athos.
Liala era pronta e carica e sapeva che poteva vincere. Bastava una mossa ben fatta. Doveva dare onore alla lama che portava con sé. Onore per vecchio proprietario.
Una luce malinconica attraversò lo sguardo di Liala senza che se ne accorgesse. Un ricordo fugace le tolse quel sorriso sadico dalla faccia.
Ora ... Messa ben in mostra, Athos poteva notare tutto lo splendore della spada. L'elsa sembrava tinta di una luce azzurina, mentre il manico nero era incastonati da rubini (e forse erano quelli che riflettevano il colore fulvo sulla lama), tranne dove doveva metterà la mano per la presa. Lì vi erano ghirigori di vario genere che la caratterizzavano.
Quella era una spada che aveva visto molte guerre e quelle guerre l'avevano cambiata. Si vedeva chiaramente che l'arma non era di Liala in origine, ma di qualcuno che gliel'ha lasciata.
Ora che ci faceva caso, i lineamenti della donna gli ricordavano la ragazzina del sogno. Tutta quella storia non gli piaceva. Perché aveva sognato una ragazza che poi ha incontrato lo stesso giorno da donna?
-Sai? A prima vista l'elsa mi pareva tinta di rosso. Ora è azzurrina.- Disse Athos girando intorno alla duellante in attesa di una sua mossa.
-Acuto osservatore.- Asserì la giovane.
-Immagino non sia neanche vostra.- Continuò il moschettiere.
-Per favore. Evitate di temporeggiare e fate la vostra mossa.- Rispose Liala chiudendo il discorso.
In tutto il reggimento era calato un improvviso silenzio.
-Cedo volentieri l'onore a voi madame.- Incalzò Athos facendo un lieve inchino col capo.
Liala alzò un sopracciglio. -La cavalleria è una vostra dote naturale.- Aggiunse con un lieve sorriso dolce, quasi impercettibile.
Athos aveva lasciato a Liala la prima mossa, mettendola in difficoltà. Lei sapeva difendersi, ma l'attacco era un punto un po nero. Il rischio di dare un colpo a vuoto la frenava molto, ma doveva attaccare lo stesso.
La giovane fece un lungo respiro, chiuse per un attimo gli occhi ed attaccò.
Con la propria lama prese dall'alto quelle di Athos e fece per portarla verso il basso mentre con il corpo girò le spalle cosi da finire con la schiena al petto del moschettiere. L'idea era di disarmarlo portandogli via la spada e voltarsi per poi mettergli le due else alla gola.
Tuttavia Athos non a caso era il migliore. Raggirò la mossa portandosi davanti a Liala per spingerla contro una colonna di legno per poterla mettere spalle al muro con la lama alla gola e finire il duello. Ma lei si di vincolò.
"È agile davvero." Pensò accigliato Athos.
Liala rimase sorpresa nel vedere Athos saper sviare al suo tranello, ma ne rimase anche affascinata ed un sorriso lieve apparve sul suo viso candido. Era il migliore contro cui combatteva. Non poteva aspettarsi di meglio.
In breve si ritrovò contro un pilastro con il moschettiere che la stava incalzando. Un sorrido perverso apparve sul volto della donna, mentre si passava la punta della lingua tra le labbra. Combattere la eccitava non poco e forse per questo suo lato che il nonno le insegnò ciò che sapeva sulla scherma e la lotta.
Istintivamente girò attorno al pilastro per non farsi bloccare, poi si lanciò in un affondo e si ritrovò faccia a faccia con Athos e le spade incrociate.
-Sembrate molto sicura delle vostre abilita, ma ci vuole ben altro per impressionarmi.- Disse Athos che con uno spintone allontanò le else.
-Ho le mie ragioni. Farò di tutto per conquistarvi Athos.- Rispose con malizia la donna mettendosi in posizione di attacco.
Athos ricominciò a girare intorno a Liala per studiarne un punto ceco.
-Se perdete abbandonerete questa follia.- Disse risolutivo il moschettiere.
-Al massimo non verrò sparata in cerca di duelli, ma ugualmente vorrò imparare. Mi basta guardare.- Rispose con molta decisione. Non avrebbe rinunciato al suo obbiettivo.
Molti, li sentivano parlare, criticavano la controproposta di Athos, dal momento che avrebbero proposto ben altro.
Ormai rassegnato all'ostinazione della giovane, Athos, affondò nuovamente la spada verso Liala che però incalzò l'elsa portando entrambi nuovamente in stallo, faccia a faccia e spade incrociate.

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